Il viandante davanti a un mare di nebbia (1818)
Tu sapevi
che l'anima di chi vede in se stesso
cammina lungo la vita
sbilenca
come se tutto fosse incerto
come se fosse intollerabile non sapere.
Ma chi scorge il senso delle cose
e apre squarci nel silenzio
crea un vortice nell'anima
che non si spegne mai
Sto
al centro delle correnti vorticose
alla ricerca della prudenza
con il tuo pensiero
che percorre la via.
E intanto ci assale
mentre viviamo
furtiva
la nostalgia della vita.
Architettura fragile
Non è soltanto una parola stentata
che passa sulla strada bianca
a sollevare queste foglie leggere
neanche l’ultimo suono
che oggi affolla la via,
è solo questo profumo leggero
di neve trasparente
come pietra d’agata
che mi porta un respiro esile
di porcellana fine
una gioia celata negli occhi
dalle ciglia lunghe e leggere
nel contorno di un naso affilato
che conosco bene
Quando
Quando, rientrando da quella porta
sentirai il profumo delle parole dette
e l’amore nascosto delle cose
e in un angolo
il sibilo lontano del mare, il nostro
che incontra il suo amante nel vento
saprai d’essere arrivato a casa
e se per sbaglio
vedessi lungo i corridoi silenziosi
la scia di un pensiero scordato
in trappola nel buio dei giorni
scoprirai che il tempo non esiste
che le parole sono bugiarde
e che per scordare la vita
basta solo un attimo
Ascoltando Bill Evans
Immenso animale il tempo
che si aggira e respira in noi
variando luogo e consistenza
trascinando con sé
immagini e suoni e trasparenze.
Mi abbandono a lui
Non aspetto oggi, risposte
parlo senza il tormento dell’attesa
oggi, non è faticoso tirare le vele
e cambiare mare
Non c’è tempo
ed io non lo inseguo
non colgo i contorni aguzzi delle cose
che conosco ed aggiro
non c’è fretta
Cammino senza guardare
non faccio resistenza
e la vita mi avvolge materna
in onde e onde
e mi accompagna a casa
Forse è tutto qui
Sete
Lo ammetto
quando un battito mancante
non completa il cerchio di ritorno
e la sete mi tormenta
lontano dai pozzi
la mia casa si accorcia
Quando i piedi sottili
seguono il percorso ricamato dei ricordi
che non sono i miei
fatti di sorrisi e carezze
tutte le volte che
vivo la strada che volge lontana
dagli specchi e dai porti conosciuti
entrambe le cose
l’infinito ed il variabile
ritornano entrambe
nel tuo veloce settembre
come aghi trasparenti nel cristallo
Memorie
Mi hanno detto che un giorno
mentre passava la luna
hai pronunciato qualche parola
su di me
poi
hai allontanato con un gesto leggero
qualche filo
e quella luce sottile e cristallina
è entrata nel buio
Se tu potessi sentire ora
E’ un profumo dentro le foglie
questo che sento
e stringe ricordi di melassa
E’ una musica di nave in porto
di acqua che scava il legno
di chiome schiacciate dal vento
quest’aria che attraversa la luce
Se tu potessi sentire ora
Febbraio
Fa ancora freddo
ma è febbraio dopotutto
mi hanno detto che il melograno in giardino
inizia a dipingere i suoi petali di rosso
è strano, fiorisce in autunno
o forse l’ho sognato, la notte in cui sei nata
e di quel sogno ho conservato il colore.
Sono uscita stasera, in quest’inverno mite
ho sentito lo stesso odore di legno bagnato
e il cuneo, il solito, al lato sinistro
sono rimasta impigliata in una trama
di parole fitte, chiuse ed inaccessibili
ho attraversato la strada, di notte
con un soffio leggero, di ali bagnate
con un dubbio tra il nero del cielo
e l’orlo troppo lungo di questo mio vestito.
Ho guardato la vetrina in quel bar all’angolo
piovevano gocce trasparenti sul tuo viso affilato
ho sorriso di traverso
e ti ho riconosciuta finalmente
dal rosso silenzioso dietro i tuoi occhi.
ancora
Non ho pianto quarzi di vetro
quando ho sentito l’angolo ferirmi
- ancora –
non ho parole leggere, piume
per vestirmi di rose
ho solo queste
persistenti e ribelli
- è il mio solo racconto –
e quando la poesia finisce
è giusto posare l’inchiostro
guardare dallo spigolo vicino
e capire
cos’è che rende inadatta ad ogni fattura
questa mia pietra leggera
testamento
Io sono il perimetro e l’alloggio
io sono il disperato piede che allontana
passi e capriole
colui che ha lasciato i colori
e la passione per scegliere la stinta voglia
io sono il vulcano in piena collera
io con Pablo dico non so, io conosco poco, io vedo appena
ma ora canto le cose umili
che tanto detestavo e so che avrebbero avuto altri colori
e diversi riflessi
se soltanto avessi capito la differenza
tra quotidianità e abitudine d’amore
tra abisso e desiderio di noia
tra il mistero di un percorso mai fatto
e la coscienza vigile delle strade possibili
e ben lo sanno nelle alte sfere
perché ogni cosa della mia vita
che io non ho scelto
è stata scelta per me.